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Una Voce profonda fino all’Anima

Jazz Convention

di Lorenza Cattadori

Domanda retorica per i lettori di Jazz Convention, ma vediamo: alla parola ‘aperijazz", o "aperitivo in jazz", oppure anche "jazz aperitivo", quale potrebbe essere la parte evocativa prevalente, o il meccanismo primario e istintivo che fa scattare la scelta di essere presenti a questo genere di evento? Perché quando capita di assistere a un'esibizione musicale di assoluta classe è un pochino avvilente vederla ridotta a tappeto musicale per gli astanti a un happy hour: persone simpatiche e buontempone - senz'ombra di dubbio - ma che riescono ad affinare il proprio apparato valutativo solamente circa la qualità di pizzette e spumante, e qualcuno di loro, molto agghindato e un po' accalorato, non trova di meglio da fare che ridere forte disturbando chi suona, o stare in piedi a chiacchierare impedendo la visuale a chi è seduto tranquillo a godersi la musica...

Però che bisbetici questi critici... Realizzo e mi scuso. Ma è tale la rilevanza, in termini di bravura e presenza scenica di questo non molto pubblicizzato evento musicale, che vale la pena riflettere su certe scelte di comunicazione. Sul palco di un piacevolissimo cortile all'interno delle Officine Grandi Riparazioni di Torino - un'ex fabbrica simbolo della città i cui spazi sono stati riqualificati ad ospitare mostre e concerti - la bravissima cantante Carola Cora accompagnata da GianPaolo Petrini alla batteria, Andrea Ravizza alle tastiere, Loris Bertot al contrabbasso e Gianpiero Lo Bello alla tromba: se si esclude proprio Lo Bello, ecco la stessa formazione che troviamo nell'ultimo cd di Carola, "You & My Soul", dove alla tromba suona Pippo Colucci, al clarinetto e sax alto Valerio Signetto, al sax baritono e clarinetto basso Alessandro Data, al flauto Joulia Chorokhov. Un disco che vale veramente la pena segnalare, per la competenza, lo stile, le indiscusse capacità vocali di Carola e naturalmente per la caratura dei musicisti che l'accompagnano in questo viaggio (e, a proposito, davvero spettacolare la versione di Sea Journey da Chick Corea). Un bel disco e un buon prodotto, nato da un sogno ricorrente di Carola e di Andrea Ravizza, che ne cura gli arrangiamenti mai banali, proposti anche dal vivo come nel caso di Summertime in chiave funky, di Besame Mucho che in questa versione perde quella sensazione di "déjà écouté" e acquista in intensità, o di una inaspettatamente lineare Let It Be costruita come un brano jazz.

A questo si aggiunge un excursus tra le ballad più famose (All of Me, a cui fa seguito simmetricamente All of you, oppure I'll remember you, e ancora..) un pizzico di Monk (Suddenly), la brillante Route 66 e infine Lush Life (il brano che Carola sostiene di preferire). Interessante e intelligente la scelta di includere nelle note non solo i testi originali delle canzoni, ma anche la loro traduzione. Una toccante dedica alla madre e alcune belle foto raffiguranti le divertenti espressioni dei musicisti durante la session completano il quadro di un disco che racchiude alcuni momenti entusiasmanti. Non resta che attendere il nuovo progetto della cantante, che durante il concerto torinese ha voluto anticipare l'ascolto di qualche brano decisamente accattivante, composto da Andrea Ravizza. Una grande interprete e una donna molto sensibile, che cerca sempre modi originali per coinvolgere il pubblico, presenta i propri strumentisti con parole profonde e sincere, ringrazia persino il service e il fonico alla fine della performance. Non voglio dire che questo tipo di doti possa accrescere la tecnica di un artista, ma certo ne connota l'atteggiamento, le attitudini, quel "qualcosa in più" che dovrebbe indurre a voler sapere tutto su Carola Cora.

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