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PRESS

Primavera la Stagione ideale per Cantare

La Repubblica

di Monica Piani

Il canto dà benefici al ritmo sonno-veglia, al cuore e alla circolazione, ma pure alla mente. Per dimostrarlo, a Torino è nata pure un'accademia

Saint Vincent

Il gruppo propone "standards" con arrangiamenti che evidenziano la soronità originale dei 3 strumenti che bene si amalgamano tra loro nonostante la mancanza "voluta" di uno strumento armonico.

Un Jazz Ballroom al Procope

La Repubblica

di Gian Carlo Roncaglia

Ideata da Renato Germonio che aveva mutuato il nome dallo storico locale di New Orleans per il suo proposito di "preservare e difendere il jazz classico" ma che, qualche tempo addietro, aveva dovuto cedere le armi poichè il locale che l'ospitava era divenuto inagibile pareva proprio che l'iniziativa fosse stata cancellata dal panorama musicale torinese.

Jazz tutto al Femminile

LA STAMPA

di Gian Carlo Roncaglia

Il primo appuntamento prevede l'esibizione del “Cora Chiara Quartet” composto da Carola Cora, Fulvio Chiara, Nicola Muresu, e Paolo Franciscone

Jazz Preservation Hall

Jazz Preservation Hall

Renato Germonio

Una bella Big Band che si ascolta sempre con vivissimo piacere ed una voce da Big Band entusiasmante. Carola Cora appartiene infatti a quella corbeille di vocalist che proprio sulle ali delle armonie delle sezioni, sanno dare il rendimento di maggior eccellenza; che swing da favola!

La Torinese Carola Cora

Il Corsivo

Gian Carlo Roncaglia

Come preannunciato, verrà proposta una formazione diversa che riscalderà la platea….Un’opportunità per ascoltare quanto di meglio la scuola del canto jazzistico in Italia esprima oggigiorno…. Una buona occasione dunque per ascoltare artisti quali Tiziana Ghiglione, Laura Fedele, Elena Roggero, Francesca Oliveri, Silvia Pellegrino, Flora Faìa, Lucia Minetti, Carola Cora, Renata Tosi, Adriana Barberis….

Sotto le Stelle del Jazz

Ma occorre fare gli americani?

G.C. Roncaglia

Non manca chi sostiene che, se i protagonisti dei concerti di jazz non sono americani, o meglio afroamericani,la stagione è “di basso livello”, perpetuando così un concetto esterofilo che ha sempre caratterizzato il mondo musicale italiano. E danneggiando non poco chi, nato nella penisola, da anni ha ormai saputo ampiamente dimostrare che il jazz italiano, con i suoi notevoli solisti, ha saputo affrancarsi dalla dipendenza stilistica straniera.

Teatro Juvarra

Preservation Hall

Gian Carlo Roncaglia

Rinata la mitica Preservation Hall di Torino che per anni ha riproposto agli appassionati le musiche di quel jazz classico il quale, per decenni, fu simboleggiato dalle grandi orchestre. Se con il trascorrere dei decenni, le grandi formazioni via via si sciolsero, non mancano ancora esempi come quello della Easy Big Band che Gian Carlo Capolongo è riuscito a tenere unita con passione e amore sincero per il jazz.

Ritratti

L’Osservatore

di Angelo Caroli

L’amore. Per la scuola e per la musica. L’amore è forse la chiave per leggere nella vita di Carola Cora, una delle discendenti della famiglia che ha lanciato il famoso Amaro, fiore all’occhiello di una città operosa e operaia, la Torino ricca anche di fantasia e creatività. L’appuntamento è commovente, i presenti partecipano con silenzioso trasporto.

Due Talenti Torinesi in vetrina alla Fnac

Torino Sette - LA STAMPA

di CH. AM.

Il primo Album della Cantante Jazz Torinese

ACI NEWS

di g.d.e - da

Quando esce un nuovo CD per gli autori è sempre un’emozione. Grande deve essere stata quella suscitata dall’uscita del primo album inciso, dal titolo “You & My Soul”. E’ stato un quartetto torinese – formato dalla vocalist Carola Cora, dal pianista e arrangiatore Andrea Ravizza, dal contrabbassista Loris Bertot e dal batterista Gianpaolo Petrini – a dargli i natali. Tredici brani di ottima levatura, alcuni dei quali ben conosciuti, che Carola & Friends – come chiosa la copertina – hanno perfettamente interpretato.

Una Voce profonda fino all’Anima

Jazz Convention

di Lorenza Cattadori

Domanda retorica per i lettori di Jazz Convention, ma vediamo: alla parola ‘aperijazz", o "aperitivo in jazz", oppure anche "jazz aperitivo", quale potrebbe essere la parte evocativa prevalente, o il meccanismo primario e istintivo che fa scattare la scelta di essere presenti a questo genere di evento? Perché quando capita di assistere a un'esibizione musicale di assoluta classe è un pochino avvilente vederla ridotta a tappeto musicale per gli astanti a un happy hour: persone simpatiche e buontempone - senz'ombra di dubbio - ma che riescono ad affinare il proprio apparato valutativo solamente circa la qualità di pizzette e spumante, e qualcuno di loro, molto agghindato e un po' accalorato, non trova di meglio da fare che ridere forte disturbando chi suona, o stare in piedi a chiacchierare impedendo la visuale a chi è seduto tranquillo a godersi la musica...

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